EconomiaTrasporti

Ferrovie? No, grazie

La carenza di vie di comunicazione costituiva, notoriamente, uno dei maggiori svantaggi per lo sviluppo dell’economia siciliana in epoca preunitaria (e purtroppo anche post; ma questa è un’altra storia). E non sempre la causa era la mancanza di fondi. Il procuratore regio Pietro Calà Ulloa, in un celebre rapporto al suo ministro del 1838, scriveva che malgrado dal 1817 fosse stata imposta nella provincia di Trapani una tassa finalizzata proprio alla costruzione di strade, in oltre vent’anni «non si ebbero che sole tre miglia di via provinciale».

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Bufale

La scuola “revisionista”

Proprio nella scuola, dove dovrebbero operare insegnanti profondi conoscitori della propria materia, capaci di suscitare spirito critico e di fornire efficaci strumenti di contrasto alla diffusione delle false notizie che costituiscono una delle maggiori insidie per la democrazia, si trovano talvolta “revisionisti” – non chiamateli neoborbonici, per carità – che spargono, ci si augura in buonafede, errori marchiani ed estremismi rancorosi sulla storia del periodo risorgimentale.

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BufaleCavour

L’Italia francese di Pino Aprile

La nascita di un nuovo stato è in genere occasione solenne, da organizzare con momenti istituzionali e documenti fondativi non privi di una certa retorica celebrativa. Invece la nascita del Regno d’Italia avvenne – ci svela Pino Aprile tra gli applausi del suo pubblico in un dotto articolo su “Libre” del 22-11-2019 – con una buffa scena da vaudeville. In “quel giorno” infatti – non si dice “quale” giorno ma chi bada a questi dettagli? – nell’aula del parlamento di Torino «veniva annunciata l’Unità d’Italia con queste parole: “Le Royaume d’Italie est aujourd’hui un fait. Le Roi, notre auguste Souverain, prend lui-meme et pour ses succeseurs le titre de Roi d’Italie. Vive l’Italie!”. Gli dissero: Camillo, almeno dillo in italiano». L’annuncio dunque lo fece Camillo di Cavour in persona e naturalmente in francese perché il poveretto non parlava l’italiano, tanto che «dovette studiarlo»: quando non si sa, perché il dibattito parlamentare è del febbraio-marzo 1861 e, come è noto, il conte morì il 6 giugno, appena tre mesi dopo quella “proclamazione” che avvenne con la promulgazione il 17 marzo 1861 della legge n. 4671.

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BufaleMazzini

Mazzini? In Borbonia era musulmano

Sapevate che Mazzini era un terrorista sanguinario, disposto a compiere qualunque crimine pur di raggiungere i suoi scopi, naturalmente ignobili? No? Bene, a informarvene provvide il buon Giacinto De Sivo, lo storico del regno borbonico talmente fazioso che perfino Francesco II, che pure lo aveva nominato nel maggio 1863 componente della “Commissione per la stampa” per diffondere la propaganda legittimista, fu costretto a prenderne le distanze.

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