Fifa reale
La rivoluzione che nel 1820 lo aveva costretto suo malgrado a concedere la costituzione aveva talmente terrorizzato Ferdinando I delle Due Sicilie che il suo ritorno a Napoli da Lubiana, dove si era recato a chiedere l’intervento delle armi austriache per rimettere al loro posto i suoi insubordinati sudditi, avvenne con estrema cautela e in tempi molto dilatati, per consentirgli di giungere alla sua capitale dopo che ormai le imperiali truppe avessero provveduto a ristabilire definitivamente l’ordine.
Lungo la strada fece una lunga sosta anche a Firenze. E qui, forte dell’esperienza vissuta, intratteneva i diplomatici stranieri spiegando cosa fosse davvero e cosa provocasse la paura con una pittoresca «performance», che colpì molto Anna d’Osmond, moglie del savoiardo conte di Boigne, che, testimone oculare dell’esibizione regia, ne lasciò precisa testimonianza in suo volume di «memorie». Traduco qui di seguito la sua descrizione, indicando con le virgolette le frasi sovrane che nell’originale la De Boigne riporta in lingua italiana:
No, non è così: «ve lo dirò io». È «una certa cosa» che vi «piglia là», mettendosi la mano sulla sommità del capo e facendo il gesto di girare: e vi prende il cervello e lo fa danzare «fin» che si crede che voglia schizzar fuori della testa; «poi scende nello stomaco», e vi fa credere di «svenire: pare» quasi di morire. E si metteva le due mani sullo stomaco. «Poi scende un po’ più giù». Le due mani scivolavano. Si sente «un dolor del diavolo» e «poi, poi, brebre brebre»; lasciando andare le mani, terminava la sua descrizione fisiologica con un gesto espressivo.
Quale giudizio i diplomatici stranieri dessero di un simile regale atteggiamento la contessa non dice; ma che rialzasse l’incerto prestigio della dinastia borbonica, questo credo lo si possa tranquillamente escludere.